La matryoshka delle invenzioni: una panoramica sulla proprietà intellettuale in Russia dopo la guerra in Ucraina

Di Frank Zappa

In un precedente post abbiamo analizzato come il conflitto Russo-Ucraino abbia avuto un impatto sul campo della proprietà intellettuale, a seguito della sospensione della collaborazione tra i maggiori uffici brevetti occidentali (l’ufficio brevetti Europeo e quello americano in particolare) e gli uffici brevetti nell’orbita Russa (RosPatent – ufficio brevetti russo, Eurasian Patent Office e ufficio brevetti Bielorusso).

Nel giugno 2023 RosPatent ha pubblicato il report di sintesi annuale, 322 pagine in perfetto cirillico, che è liberamente scaricabile a questo link.

Ricordiamo che questa è attualmente l’unica fonte disponibile, poiché  le banche dati degli uffici brevetti occidentali non contengono più pubblicazioni di brevetti russi dal 7 maggio 2022.

I dati su cui si baserà la nostra analisi saranno principalmente relativi alle domande di brevetto depositate nel 2022, quindi si può ritenere che gli eventuali effetti si siano manifestati nella seconda parte dell’anno poiché le politiche di boicottaggio sono divenute pienamente operative da maggio 2022 in poi.

Nelle tabelle sottostanti vediamo l’andamento delle domande di brevetto nell’ultimo quinquennio, sia totale che divise per brevetti Russi o stranieri.

Numero Brevetti depositati
Anno 2018 2019 2020 2021 2022
Totale Brevetti 37957 35511 34984 30977 26924
Russi 24926 23337 23759 19569 18970
Stranieri 13031 12174 11225 11408 7954
Crescita brevetti anno su anno
2019 2020 2021 2022
Totale Brevetti -6% -1% -11% -13%
Russi -6% 2% -18% -3%
Stranieri -7% -8% 2% -30%

Si nota subito come dal 2018 ad oggi il numero di brevetti depositati in Russia sia in caduta libera e sebbene il 2022 sia l’anno in cui il crollo, guidato dai brevetti stranieri, è il più significativo, nell’ultimo quinquennio le domande sono diminuite in totale del 30%.

Un altro aspetto da sottolineare è come la sospensione degli accordi con l’occidente avrebbe potuto far pensare ad un aumento dei brevetti da parte di società Russe che avrebbero potuto localizzare brevetti occidentali, ma non pare questo fenomeno stia avvenendo.

Esaminando in dettaglio per paese la variazione annua in numero di brevetti si scopre però come i paesi occidentali abbiano aderito con diverso ‘trasporto’ al boicottaggio verso RosPatent.

Paese n brevetti Crescita %  sul 2021
Stati Uniti d’America 556 -39,81
Cina 232 -0,81
Svizzera 721 -7,45
Germania 693 -41,12
Giappone 605 -43,09
Corea del Sud 532 12,47
Gran Bretagna 441 -4,13
Francia 390 -48,48
Olanda 308 -31,86
Italia 249 -35,82
Austria 133 -8,9
Belgio 114 8,57
Svezia 89 -70,03
Israele 81 -33,61
India 75 11,94
Altri 735 -43,24

Infatti vediamo come, mentre USA, Germania e Giappone abbiano ridotto notevolmente il numero di domande di brevetto altri paesi, come Svizzera e Gran Bretagna hanno lasciato praticamente invariata la loro quota e addirittura il Belgio vede addirittura un incremento del 9% (superiore all’aumento dei brevetti depositati presso EPO che nel 2022 crescono del 5%).

Per i paesi che non hanno aderito al boicottaggio, si vede come la Cina abbia mantenuto la sua quota quasi invariata, mentre India e Corea del Sud abbiano addirittura un incremento superiore al 10%.

Il deposito di marchi invece ha seguito una dinamica molto diversa vedendo un aumento totale del 10% delle domande, aumento dovuto soprattutto a una crescita delle domande domestiche (+14%) che compensa e sopravanza la diminuzione (-23,4%) di quelle straniere forse dovuta anche alla ‘localizzazione’ di famosi loghi occidentali.  

Ma molto interessante è anche come si vede a pag. 258 del suddetto report che il numero di domande di rinnovo di marchi da parte di entità straniere invece che diminuire sia aumentato nel 2022 del 9%.

I marchi depositati devono essere rinnovati, pagando una tariffa, ogni dieci anni, pena il decadimento dei diritti, ossia perderne l’utilizzo nel paese. Il report non fornisce un dettaglio dei paesi che hanno rinnovato i marchi, ma è probabile che la composizione rispecchi quella dei marchi  già in essere, ossia USA e Germania in testa. Se così fosse sarebbe come dire: fate pure le vostre guerre, quando avete finito noi siamo pronti a rientrare il prima possibile, tutelando i nostri interessi in modo da non essere ‘rimpiazzati’ da attori locali.

Foto di jacqueline macou da Pixabay