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L’uso di ChatGPT nella scrittura scientifica: opportunità e rischi

Di Lorenzo Zirulia

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha fatto passi da gigante nel campo della generazione di testo. Uno degli esempi più avanzati è ChatGPT, un modello di linguaggio sviluppato da OpenAI. Con la sua capacità di generare testo coerente e convincente, sempre più scienziati stanno considerando l’uso di ChatGPT per aiutarli nella scrittura dei loro articoli scientifici. Tuttavia, questa pratica solleva una serie di questioni etiche e scientifiche che vanno prese in considerazione.

Le potenzialità di ChatGPT nella scienza

ChatGPT è un modello di linguaggio basato su reti neurali artificiali che può generare testo in modo automatico. È stato addestrato su una vasta quantità di testo proveniente da internet, il che gli consente di produrre testo in molte lingue e su una varietà di argomenti. Questa versatilità potrebbe essere un vantaggio per gli scienziati che cercano di scrivere articoli su argomenti complessi.

Uno dei principali vantaggi dell’uso di ChatGPT nella scienza è la velocità. Scrivere un articolo scientifico richiede tempo e sforzo considerevoli, ma ChatGPT può generare testo in modo quasi istantaneo. Questo può essere particolarmente utile quando gli scienziati sono sotto pressione per pubblicare i propri risultati in tempi brevi.

Inoltre, ChatGPT può aiutare gli scienziati a superare le barriere linguistiche. Molti articoli scientifici sono scritti in inglese, ma gli scienziati di tutto il mondo potrebbero avere competenze linguistiche limitate. ChatGPT può tradurre e generare testo in inglese, consentendo a un pubblico più ampio di accedere alle ricerche scientifiche.

I rischi etici e scientifici

Nonostante le potenzialità, l’uso di ChatGPT nella scrittura scientifica solleva importanti preoccupazioni etiche e scientifiche.

1. Originalità e Plagio

Uno dei principali rischi è la questione della originalità. Gli articoli scientifici devono essere originali e basati su ricerche autentiche. Se gli scienziati si affidano troppo a ChatGPT per scrivere i loro articoli, potrebbero finire per pubblicare testi che non aggiungono nuove conoscenze al campo scientifico. Questo potrebbe portare a una proliferazione di articoli duplicati o poco originali, minando la fiducia nella ricerca scientifica.

2. Mancanza di Comprensione

Un altro rischio è la mancanza di comprensione. Gli scienziati dovrebbero avere una profonda comprensione dei loro argomenti di ricerca per comunicarli in modo efficace. L’uso di ChatGPT potrebbe portare a una scrittura superficiale e priva di approfondimenti, facendo sì che gli articoli scientifici perdano valore.

3. Bias nel Training Data

ChatGPT è stato addestrato su testi provenienti da internet, il che significa che potrebbe incorporare bias presenti in quei testi. Questi bias potrebbero influenzare la scrittura degli articoli scientifici, portando a conclusioni distorte o discriminazione involontaria. Gli scienziati devono essere consapevoli di questo rischio e fare attenzione a garantire la neutralità nei loro articoli.

4. Ruolo degli Scienziati

L’automazione della scrittura scientifica potrebbe portare a una diminuzione del ruolo degli scienziati nella comunicazione dei risultati. Gli scienziati sono i migliori esperti dei loro campi e hanno una comprensione approfondita delle ricerche che conducono. L’uso eccessivo di ChatGPT potrebbe ridurre la loro partecipazione attiva nella divulgazione scientifica.

La via da seguire

L’uso di ChatGPT nella scrittura scientifica può essere vantaggioso, ma deve essere gestito con attenzione per mitigare i rischi. Ecco alcune raccomandazioni per gli scienziati che considerano questa opzione:

Mantenere il controllo: Gli scienziati dovrebbero utilizzare ChatGPT come uno strumento di supporto, ma non dovrebbero affidarsi completamente ad esso. La scrittura degli articoli dovrebbe sempre essere guidata dalla loro conoscenza e comprensione del campo di ricerca.

Rivisitare e verificare: Gli articoli generati da ChatGPT devono essere attentamente rivisti e verificati per garantire la precisione e la qualità. Gli scienziati devono assumersi la responsabilità di ciò che pubblicano.

Combattere i bias: Gli scienziati dovrebbero essere consapevoli dei bias potenziali presenti in ChatGPT e lavorare attivamente per eliminarli o mitigarli nella scrittura degli articoli.

Promuovere la formazione: Gli scienziati dovrebbero continuare a investire nella loro formazione e nella loro comprensione dei loro campi di ricerca per garantire che la scrittura degli articoli rimanga autentica e informativa.

In conclusione, l’uso di ChatGPT nella scrittura scientifica offre opportunità e sfide uniche. Gli scienziati dovrebbero essere consapevoli dei rischi associati e prendere misure per mitigarli, al fine di garantire che la ricerca scientifica mantenga la sua integrità e il suo valore nel progresso della conoscenza umana. La tecnologia può essere un prezioso strumento, ma non dovrebbe mai sostituire la competenza e la dedizione degli scienziati.


Ecco, tutto quello che avete letto fino ad ora è stato scritto da ChatGPT. Sono però stato attento ad evitare quegli errori che scienziati non solo pigri ma anche un po’ pasticcioni sembrano sempre più propensi a commettere, come includere nel “copia e incolla” la frase “Regenerate response”, che corrisponde al pulsante che in ChatGPT richiede al chatbot di rielaborare una risposta insoddisfacente. E’ interessante notare inoltre come il testo di ChatGPT appaia “morbido” sul tema dei bias presenti nel testo (“potrebbe incorporare”, “bias potenziali”), più di quanto la stessa OpenAI ammetta sul proprio sito. Inoltre,  ignora completamente (quanto meno in modo esplicito), il tema delle “allucinazioni”, ovvero delle informazioni false prodotte dall’intelligenza artificiale: queste spesso colpiscono le citazioni alla letteratura preesistente, un aspetto fondamentale della pratica scientifica.

Foto di Alexandra_Koch da Pixabay

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